INTO THE TARBO-VERSE: i tanti volti della lucertola allarmante

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Siete fan del famoso Tarbosaurus? Buon per voi, perché parleremo di varie vicende riguardanti questo dinosauro e di tutte le volte che è apparso in vari videogiochi, documentari e ovviamente anche modellini.

Tex contro i Tarbosauri

Nelle sue avventure, Tex Willer e i suoi compagni hanno spesso avuto a che fare con mostri e altre creature bizzarre. Tempo fa avevamo discusso di quando il fumetto di Tex si trasformò in un ennesimo tributo a “Il Mondo Perduto” di Arthur Conan Doyle, in cui Tex e due suoi compagni si avventurarono sottoterra in un ambiente che poi si scoprì avere all’interno foreste, fiumi, e vari tipi di dinosauri e altri animali mostruosi. Ma come avevo accennato alla fine dell’articolo, “Le terre dell’Abisso” non fu l’unica volta in cui Tex dovette affrontare dei mostri preistorici.

Nel 1981, uscirono due numeri di Tex, il n. 253, “Artigli nelle Tenebre” e il n. 254 “La Scogliera dell’Orrore”. In questi numeri viene raccontato di come Tex e il figlio Kit stessero tornando negli Stati Uniti dopo una precedente avventura a Panama. Mentre stanno tornando verso casa a bordo di una goletta chiamata Mariposa, alcuni membri dell’equipaggio inglesi guidati da Steven Brooke si rivoltano e costringono il capitano della nave a fare rotta verso un’isola messicana chiamata Providencia. Nonostante una tempesta che fa schiantare la nave sugli scogli, il gruppo di uomini riesce a raggiungere l’isola. Il motivo di questo improvviso ammutinamento viene presto spiegato: Steven Brooke vuole conquistare l’isola per trasformarla in uno stato indipendente e poterla governare. Tra i passeggeri del veliero c’è anche uno scienziato, che pochi anni prima aveva fatto una scoperta epocale, e sarà proprio questa scoperta che seminerà panico e terrore sull’isola.

Il numero 253 “Artigli nelle Tenebre”
Il numero 254 “La scogliera dell’Orrore”

Questo carico era composto da tre esemplari di Tarbosaurus, che erano stati trovati dallo scienziato durante una spedizione in una zona remota del Sud America (anche se in realtà, Tarbosaurus è vissuto in Asia). Gli esemplari erano stati ibernati con una soluzione chimica per essere trasportati sulla nave, ma durante il naufragio, l’acqua di mare aveva alterato il composto ibernante, e così, due dei tre esemplari si erano risvegliati dal loro sonno e avevano iniziato a vagare per l’isola, mietendo anche delle vittime. Fortunatamente, Tex con l’aiuto di altri personaggi riescono a sconfiggere i due Tarbosaurus, crivellandoli di colpi.

Il vero Tarbosaurus

Ma quanto era diverso il vero Tarbosaurus rispetto a quello di Tex? Dal momento che il fumetto risale al 1981, l’iconografia attuale di questo dinosauro è cambiata molto rispetto agli anni ’80. I Tarbosaurus del fumetto sono alti circa 3 metri per una lunghezza di circa 5 metri, quando in realtà erano lunghi tra i 10 e gli 11 metri per un’altezza di quasi 4 metri (lo scienziato spiega che questi Tarbosauri, sopravvissuti all’estinzione si erano adattati alle nuove condizioni della terra diventando più piccoli dei loro colossali antenati).

Illustrazione di PaleoNeolitic (Therizinology su Instagram)
Illustrazione di Gabriel Ugueto

Nel fumetto inoltre, i dinosauri hanno la tipica posa tripode ormai obsoleta in cui trascinano la coda per terra, e in una particolare vignetta, il modo in cui è stato disegnato il Tarbosaurus è un chiaro omaggio a un’illustrazione del 1970 fatta dal celeberrimo pittore ceco Zdenek Burian.

Illustrazione di Zdenek Burian del 1970

Un’ altra famosa illustrazione ritraente Tarbosaurus è quella del pittore russo Konstantin Konstantinovich, risalente al 1955. Data la posa simile all’opera di Burian, è probabile che quest’ultimo si sia ispirato al pittore russo.

Illustrazione di Konstantin Konstantinovich

Tarbosaurus bataar, il cui nome significa lucertola allarmante venne descritto nel 1954, ed è uno dei più grandi teropodi mai esistiti, nonché il secondo tirannosauride più grande conosciuto, dopo ovviamente, il ben più famoso Tyrannosaurus rex. I suoi fossili sono stati trovati in Cina e in Mongolia, e grazie all’abbondanza di fossili ritrovati, abbiamo una buona idea di come doveva apparire in vita e di come questi animali crescevano. In passato, alcuni scheletri di dinosauri come Raptorex e Shanshanosaurus si sono rivelati essere dei giovani esemplari di Tarbosaurus, una sorta di versione made in Asia del famoso caso di Nanotyrannus.

Cranio fossile di Tarbosaurus, olotipo PIN 551-1
Fonte: Wikipedia
Resti di un giovane esemplare di Tarbosaurus
Fonte: Wikipedia
Dimensioni di vari esemplari di Tarbosaurus
Fonte: Wikipedia
Skeletal di due esemplari adulti.
Illustrazione di Franoys su DeviantArt

La differenza principale tra Tarbosaurus e Tyrannosaurus oltre alle dimensioni è la forma del cranio: quello del T. rex era più grosso e robusto, con un muso più corto ma più largo, mentre quello di Tarbosaurus era più stretto e allungato, con un muso più sottile. Le braccia di Tarbosaurus erano inoltre più piccole di quelle del T. rex, e la sua corporatura era più gracile. In passato si è addirittura pensato che Tarbosaurus fosse una specie asiatica di Tyrannosaurus, e che il suo nome scientifico dovesse essere in realtà Tyranosaurus bataar.

Fonte: BaryMiner su Reddit
Fonte: Wikipedia

Nel 1991, uno scheletro piuttosto completo con tracce di pelle fossilizzata era stato trovato da una spedizione italo-franco-mongola nel deserto del Gobi. Lo scheletro era composto da buona parte della coda, dei fianchi e degli arti posteriori, e dalle poche foto scattate al reperto, sembra che la pelle di Tarbosaurus fosse coperta da piccole squame poligonali sulla coda e sui fianchi. Purtroppo, questo esemplare non venne collezionato, e venne perduto per sempre, forse per via dei tombaroli che lo scavarono illegalmente, oppure per via dell’erosione che eventualmente, con il passare del tempo, fece sparire lo scheletro.

Fonte: Incertae Sedis Blog

Per rimanere in tema scavi illegali, esiste un episodio piuttosto conosciuto nel mondo della paleontologia che ha a che fare proprio con Tarbosaurus. Nel 2007 l’attore Nicholas Cage acquistò a un’asta di Manhattan un cranio di Tarbosaurus per una cifra di 276000 dollari. Purtroppo, il reperto era stato scavato e portato via illegalmente dalla Mongolia per poter essere venduto illegalmente allo scopo di arricchire le tasche di qualche criminale. Dopo una denuncia civile attuata per far tornare il cranio in Mongolia, l’attore acconsentì a restituire il fossile, che venne poi riportato al suo paese natale.

Vissuto alla fine del Cretaceo durante il Maastrichtiano, tra 72 e 66 milioni di anni fa, Tarbosaurus era il predatore dominante del suo ambiente, e dato che il suo parente più prossimo era T. rex, e probabile che quest’ultimo si sia evoluto da una forma simile e sia migrato dall’Asia alla parte occidentale del Nord America, diventando il predatore dominante e vincendo la competizione coi tirannosauridi nativi di quel continente, composti da forme più snelle come Gorgosaurus e Albertosaurus e altre più robuste ma comunque più piccole come Daspletosaurus. È comunque probabile che Tarbosaurus fosse ancora presente quando l’asteroide che si schiantò sulla terra 66 milioni di anni fa portò all’estinzione dei dinosauri non aviani e molte altre forme di vita.

Illustrazione di Sergey Krasovskiy
Illustrazione di John Conway

Il Tarbosaurus nella cultura popolare

Nonostante Tarbosaurus sia il parente più prossimo del dinosauro più famoso di sempre, questo non gli ha impedito di vivere all’ombra di quest’ultimo, infatti, fin dalla sua scoperta, questo teropode è stato piuttosto famoso, diventando protagonista di alcune illustrazioni storiche molto famose oltre all’essere presente in tantissimi libri che hanno come tema gli animali preistorici. È apparso anche in vari documentari, videogiochi e alcuni film, oltre all’essere stato riprodotto sotto forma di modellino alcune volte nel corso degli anni.

Negli anni 2000 uscirono vari documentari a tema animali preistorici, probabilmente dovuto al grande successo di Walking with Dinosaurs uscito nel 1999. Quel documentario venne realizzato dalla BBC, e negli anni seguenti uscirono vari altri prodotti della BBC sempre a tema preistoria. Tra queste produzioni c’era “Chased by Giants”, uno spin-off di WWD composto da due episodi. Nell’episodio “The Giant Claw”, uscito nel 2002, lo zoologo e viaggiatore del tempo Nigel Marven si reca in Mongolia durante il Cretaceo Superiore sulle tracce del Therizinosaurus, ma ovviamente si ritroverà anche faccia a faccia con Tarbosaurus in più di un’occasione.

Tarbosaurus che insegue il nostro viaggiatore temporale preferito
Tarbosaurus che inizia lo scontro con Therizinosaurus.
Spoiler: si prenderà uno schiaffone in faccia

Negli anni seguenti, Tarbosaurus apparve anche nel documentario “The Truth About Killer Dinosaurs”, che qualcuno forse ricorderà col nome italiano “Chi uccise i dinosauri”, un’altra produzione BBC uscita nel 2005.

Tarbosaurus che affronta Pinacosaurus, anche se nella versione inglese e in quella italiana venga chiamato anchilosauro. Ankylosaurus visse in Nord America, non in Asia.

In seguito, Tarbosaurus apparve anche in Dinosaurs Alive del 2007 e Amazing DinoWorld del 2019, per poi comparire nella sua forma migliore nella recente serie di documentari chiamata Prehistoric Planet, in cui appare nel secondo episodio dedicato ai deserti.

Il Tarbosaurus di Dinosaurs Alive
Il Tarbosaurus di Amazing DinoWorld
Il Tarbosaurus di Prehistoric Planet, in tutta la sua fierezza

Oltre ai vari documentari, Tarbosaurus fu anche l’inaspettato protagonista di tre film: nel 2010 uscì Tarbosaurus: The Mightiest Ever, che narrava le vicende e la crescita di un Tarbosaurus di nome Patch.

Locandina di Tarbosaurus: The Mightiest Ever

Nel 2012 uscì Speckles the Tarbosaurus, in italiano “Spotty il dinosauro 3D”. In questo film un piccolo Tarbosaurus di nome Speckles si ritrova da solo dopo che un Tyrannosaurus (che per qualche motivo era in vacanza in Mongolia) ha ucciso tutta la sua famiglia. La trama è incentrata sulla crescita del protagonista che alla fine si ritroverà di nuovo faccia a faccia con la sua nemesi, e chiudere i conti con essa una volta per tutte.

Locandina del film Speckles the Tarbosaurus
Un’ immagine di Speckles tratta dal film.

Nel 2017 uscì anche un sequel, Speckles the Tarbosaurus 2: the new Paradise, conosciuto anche come Dino King 3D: Journey to the Mountain. In questo film, Junior, il figlio di Speckles viene rapito, ed entrambi i protagonisti cercheranno di ritrovarsi con l’aiuto di nuovi personaggi.

Cover di Speckles the Tarbosaurus 2

L’accuratezza scientifica non era la priorità nella produzione di questi film, ed è anche curioso di come mentre il primo film sia essenzialmente muto, nel secondo invece il protagonista sia l’unico a parlare. Nel terzo addirittura, le voci sono state date a quasi tutti i personaggi.

Tarbosaurus inoltre è l’antagonista principale del nuovo episodio interattivo di Jurassic World: Camp Cretaceous, rilasciato su Netflix il 15 novembre.

Il Tarbosaurus del nuovo episodio interattivo di Jurassic World: Camp Cretaceous.

Per rimanere in tema Jurassic World, Tarbosaurus è anche presente nei videogiochi Jurassic World: The Game come dinosauro leggendario e in Jurassic World Alive come dinosauro comune. È anche presente nel videogioco ARK: Survival Evolved.

Carta del Tarbosaurus di Jurassic World: The Game
Carta del Tarbosaurus di Jurassic World: Alive
Il Tarbosaurus di ARK: Survival Evolved

Fin dalla sua scoperta, Tarbosaurus è sempre risultato un dinosauro interessante e affascinante, a discapito del suo status di “parente del dinosauro più famoso di sempre”. Anche se negli anni non ne vennero prodotti molti, alcune aziende decisero comunque di renderlo un modellino collezionabile.

Tra i primi modellini di Tarbosaurus che si conoscono ci sono quelli prodotti due volte dalla Kaiyodo nei primi anni 2000. Uno dei due modellini faceva parte del UHA Collect Club, mentre l’altro era parte della linea Dinotales, più precisamene della serie 4.

Il Tarbosaurus Kaiyodo del UHA Collect Club
Il Tarbosaurus Kaiyodo della serie Dinotales n. 4

Nel 2009 la Collecta decise di produrre anche lei il suo Tarbosaurus.

Nel 2012 fu il turno dell’azienda Favorite di produrre il loro Tarbosaurus, e nel 2020 uscì anche un secondo modello fatto di plastica gommosa.

Il Tarbosaurus della Favorite Co.
Il Tarbosaurus “Soft Model” della Favorite Co.

Nel 2020 anche la Mattel decise di produrre il loro Tarbosaurus per la linea Primal Attack: Massive Biters, ovviamente con grosse spine su tutto il dorso…

Uno dei migliori modellini di Tarbosaurus è quello della PNSO, uscito nel 2021, del quale potete trovare una recensione dettagliata qui sul nostro sito.

Nel 2023 invece, arriverà la serie di modellini di Beasts of the Mesozoic dedicata ai Tirannosauri, e ovviamente tra i vari modellini, c’è anche quello di un Tarbosaurus, del quale potete una dettagliata galleria fotografica sempre sul nostro sito.

E per ultimo, perfino Schleich ha deciso di produrre il loro Tarbosaurus che uscirà all’inizio del 2023.

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1 commento su “INTO THE TARBO-VERSE: i tanti volti della lucertola allarmante”

  1. Today, I went to the beach with my children. I found a sea shell and gave it to my 4 year old daughter and said “You can hear the ocean if you put this to your ear.” She put the shell to her ear and screamed. There was a hermit crab inside and it pinched her ear. She never wants to go back! LoL I know this is totally off topic but I had to tell someone!

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