FANTASIA: una retrospettiva sulla Sagra della Primavera

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Fin dalla loro scoperta, avvenuta quasi due secoli fa, i dinosauri hanno affascinato il grande pubblico di qualunque età, stimolando in loro il pensiero di un mondo lontano popolato da creature bizzarre di ogni forma e dimensione. Per via del loro carisma, i dinosauri sono stati parte integrante dello sviluppo scientifico e tecnologico del genere umano. Durante gli anni 10 del ‘900, con la nascita e lo sviluppo del cinema e dell’animazione, i dinosauri iniziarono a comparire sul grande schermo con produzioni come Brute Force del 1914 e The Ghost of Slumber Mountain del 1918.

Il 1914 fu anche l’anno in cui uscì Gertie the Dinosaur, uno dei primi cortometraggi animati ad essere prodotti, nonchè il primo in assoluto ad avere un dinosauro al suo interno, in questo caso un Brontosauro.

Negli anni successivi, uscirono altri film con dinosauri e altri animali preistorici, tra i più celebri ci furono The Lost World del 1925 e King Kong del 1933. Questi film ebbero un enorme successo grazie alla tecnica stop-motion usata da Willis O’Brien, che per l’epoca faceva sembrare i modelli degli animali molto realistici.

L’iconico combattimento tra Kong e il Tyrannosaurus rex

Dopo Gertie the Dinosaur, passarono molti prima che i dinosauri facessero il loro ritorno sul grande schermo in un film d’animazione. Nel 1940 però, la Disney fece uscire Fantasia, un film diviso in 8 segmenti che nonostante la sua originalità non riuscì ad ottenere un gran successo commerciale.

Tra questi 8 segmenti, quello intitolato “La Sagra della Primavera” era stato completamente dedicato all’evoluzione della vita sulla terra: dai primi animali al regno dei dinosauri, per poi concludersi con la loro scomparsa. L’aspetto degli animali e i loro comportamenti erano considerati accurati per l’epoca, ma con le nuove scoperte fatte nel corso degli anni, praticamente tutto ciò che si vede è ormai considerato obsoleto.

In questo articolo cercherò di elencare tutte le specie (o quasi) che sono presenti in questo segmento, menzionando le principali differenze tra questa versione ormai vintage e come vengono rappresenati al giorno d’oggi. Dato che non ho trovato una lista ufficiale di tutti gli animali, per identificare alcuni di loro mi sono affidato anche a siti come Disney Wiki e Dinopedia. La fonte che mi è stata più utile è un articolo fatto da Ali Nabavizadeh (Vert_Anatomist su Twitter) che potete leggere con questo link https://www.dropbox.com/s/hpwi6rem4f96g4b/Nabavizadeh%202021%20-%20Dinosaurs%20and%20Fantasia.pdf?dl=0.

Il segmento inizia durante quello che probabilmente è l’Adeano (eone che va da 4.5 a 4 miliardi di anni fa), dove vengono mostrate la Via Lattea, il sole e una versione primordiale della Luna e della Terra, sulla quale imperversano enormi eruzioni vulcaniche e colate di lava.

Successivamente, si passa all’Archeozoico (eone che va da 4 miliardi a 2.5 miliardi di anni fa), dove avviene la formazione dei primi oceani, e con essi iniziano a svilupparsi le prime semplici forme di vita.
Dopo inizia il Proterozoico (eone che va da 2.5 miliardi di anni fa a oggi) e ciò che segue è una versione semplificata e molto velocizzata dell’evoluzione dei vertebrati attraverso il Paleozoico, da cordati basali simili ad Haikouichthys che nuotano tra alcune meduse, si passa a una forma più derivata che assomiglia ai pesci della famiglia Polypteridae (nonostante loro siano apparsi circa 100 milioni di anni fa, nel Cretaceo Superiore). In seguito questo pesce si “evolve” in un sarcopterigio simile ad Eusthenopteron, che si appoggia su un tronco sommerso e si prepara ad esplorare per la prima volta le terre emerse.

Dopodichè la scena cambia totalmente, e si passa ad un paesaggio Mesozoico in cui rettili di diverse epoche vivono nello stesso ambiente. Si può notare un Placochelys che approda sulla spiaggia. Nonostante assomigli molto a una tartaruga, in realtà fa parte di un gruppo di rettili marini chiamati Placodonti, vissuti durante il periodo Triassico.

Oltre a lui, appaiono anche alcuni mosasauri (forse Tylosaurus, nello specifico T. proriger dato che è la specie più famosa, nonostante ce ne sianovarie) provvisti di spine sulla schiena e di una vela dorsale tipica di quei tempi e presente in illustrazioni storiche come quelle di Charles Knight e Zdenek Burian. Oggi sappiamo che in realtà ne erano sprovvisti, e che forse solo alcune forme molto derivate come Plotosaurus potrebbero aver avuto una piccola pinna dorsale.

Illustrazione di Mario Lanzas

In questa scena si possono vedere anche alcuni plesiosauri (probabilmente Elasmosaurus platyurus) che oltre a tenere il collo in verticale fuori dall’acqua, escono dal mare e vanno a riposarsi sulla spiaggia con l’aiuto delle loro pinne. Oggi sappiamo che i plesiosauri con i colli lunghi non avevano la muscolatura necessaria per tenerlo piegato in quel modo, come la classica posa a cigno, inoltre anche la muscolatura delle pinne non era fatta per spostarsi sulla terraferma, dato che passavano tutta la loro vita in acqua. Il dettaglio più interessante dei plesiosauri però è la presenza di una pinna caudale. Fino a poco tempo fa, si pensava che questi rettili fossero sprovvisti di una pinna caudale, ma con nuove scoperte ora sappiamo che questa pinna doveva essere presente nella maggior parte di loro. È interessante notare che nonostante già nel 1895 si conoscesse un fossile di plesiosauro chiamato Seeleyosaurus guilelmiimperatoris che sembra preservare la traccia di una pinna romboidale verticale sulla coda ben conservata, questa cosa venne comunque ignorata per molto tempo.

Link della fonte: https://www.researchgate.net/figure/Plesiosaur-Seeleyosaurus-guilelmiimperatoris-a-skeleton-with-imprints-of-soft-body_fig2_339423536

Dopo i plesiosauri appaiono anche degli Pteranodon longiceps su una scogliera: alcuni stanno a testa in giù mentre altri si lanciano dalle rocce per poi prendere il volo. Questo comportamento è frutto di un’idea ormai obsoleta, in quanto oggi sappiamo che gli pterosauri non stavano a testa in giù e non avevano nessun bisogno di lanciarsi da grandi altezze per prendere il volo, dato che erano perfettamente in grado di decollare sia da terra che dall’acqua. Ah sì e questi Pteranodon ovviamente non hanno le picnofibre.

Illustrazione di Gabriel Ugueto

La scena successiva si svolge sulle rive di un fiume all’interno di una foresta, in cui due Dimetrodonti (che non sono dinosauri ma lontani parenti di noi mammiferi) e dei Notosauri (rettili marini imparentati coi plesiosauri) banchettano con dei pesci. Insieme a loro compare anche uno strano animale corazzato che dovrebbe essere un anchilosauro. Dimetrodon e Nothosaurus sono vissuti milioni di anni di distanza, rispettivamente nel Permiano Inferiore e nel Triassico. Fossili del genere Dimetrodon sono stati trovati in Nord America, e una specie è stata trovata in Europa, mentre Nothosaurus visse sia in Europa che in Asia.

Modello di Max Bellomio
Illustrazione di Mark Witton

Uscendo dalla foresta si passa alla scena principale, dove in una vasta radura con tanto di laghi e fiumi ci vengono mostrati alcuni tra i dinosauri più famosi dell’epoca (molti dei quali lo sono ancora oggi), tutti insieme nello stesso ambiente nonostante provengono da parti del mondo e periodi diversi. Tra i vari dinosauri appaiono icone come Triceratops, Stegosaurus e un branco di sauropodi (Apatosaurus o Brontosaurus) dentro l’acqua intenti a masticare piante acquatiche. In realtà i sauropodi non erano in grado di masticare, strappavano il cibo dagli alberi coi loro denti per poi ingerirlo intero. In passato si credeva che dinosauri sauropodi come Brontosaurus, essendo i più grandi animali terrestri mai esistiti, pesassero svariate decine di tonnellate, e che non fossero in grado di camminare sulla terraferma, essendo così costretti a vivere in acqua una volta raggiunte determinate dimensioni. Oggi invece si stima che i sauropodi più grandi potessero raggiungere “solo” tra le 20 e le 30 tonnellate, e che erano perfettamente in grado di spostarsi sulla terraferma. Inoltre i Brontosauri / Apatosauri di Fantasia hanno un cranio piuttosto corto e alto perchè all’epoca non si sapeva che forma avesse, così anche alcuni scheletri di montati nei musei avevano un cranio simile a quello di Camarasaurus, perchè all’epoca era uno dei pochi sauropodi di cui il cranio era noto. Camarasaurus però era più imparentato con Brachiosaurus, mentre in realtà Apatosaurus e Brontosaurus (che per ora è ancora valido) erano più imparentati con altri sauropodi come Diplodocus, e avevano dei crani più allungati e bassi.

Illustrazione di Mark Witton

In un recente studio del 2021 si è anche scoperto che i sauropodi preferivano habitat piuttosto aridi e vicini all’equatore.

Dipinto di Emiliano Troco che ha accompagnato lo studio del 2021.
Link dell’articolo: https://phys.org/news/2021-12-sauropod-dinosaurs-restricted-warmer-regions.html

Nella scena si può anche notare un Diplodocus che mangia in compagnia dei suoi piccoli. In realtà, i sauropodi non erano dei gran genitori, infatti dopo aver deposto decine di uova, le abbandonavano (o al massimo è possibile che le sorvegliassero fino a prima della schiusa), e nei primi anni di vita, i piccoli dovevano cavarsela da soli finche non raggiungevano una certa stazza, forse permettendogli poi di stare insieme a esemplari più grandi o di stazza simile. Questa strategia di fare tanti piccoli senza occuparsene è la stessa delle tartarughe marine di oggi, detta strategia r.

Illustrazione di Mark Witton

Dopo i sauropodi, compare un branco di Struthiomimus, sprovvisti di piumaggio. All’epoca non si sapeva che le avessero, ma poi un fossile di Ornithomimus trovato in Canada nel quale sono preservate tracce del piumaggio ha tolto ogni dubbio sulla questione.

Illustrazione di Gabriel Ugueto (questo non è Struthiomimus ma Ornithomimus, ma dato che erano simili rende comunque l’idea del loro aspetto)
Link della fonte: https://www.livescience.com/52696-ornithomimus-fossil-feathers-found.html

Parlando di piume, in una scena si vede un piccolo teropode che tenta invano di catturare un Archaeopteryx, che è rappresentato come l’anello mancante tra i rettili e gli uccelli. In realtà pure lui le aveva ovunque, ed è anche possibile che almeno parte delle sue piume fosse nera, grazie alla scoperta di una piuma fossile che forse apparteneva proprio a lui.

Illustrazione di alphynix
Link della fonte: https://www.sci.news/paleontology/archaeopteryx-feather-08905.html

Dopo una piccola ricerca, ho scoperto che il teropode che ha cercato invano di papparsi l’Archaeopteryx sarebbe Troodon, che all’epoca era ancora valido. L’aspetto è comunque particolare, dato che assomiglia a un teropode generico con delle piccole spine ai lati della testa. Questo perchè tempo fa si è scoperto che dei denti appartenenti a “Troodon” (inteso come Troodontide) in realtà appartenevano al pachycefalosauride Stegoceras validum. Oggi il genere Troodon non è più valido, ed è stato separato in altri due generi: Stenonychosaurus inequalis e Latenivenatrix mcmasterae.

Illustrazione di Stenonychosaurus di Tom Parker
Illustrazione di Latenivenatrix di Fred Wierum
E già che ci siamo vi metto pure un bellissimo Stegoceras di Gabriel Ugueto

Altri dinosauri famosi che appaiono sono gli adrosauri, quelli che spesso vengono ancora comunemente chiamati chiamati “becchi ad anatra” anche se in realtà, la forma del becco tra questi due tipi di animali era molto diversa, ed è frutto delle conoscenze e dell’iconografia dell’epoca. Inoltre vengono mostrati come animali bipedi, anche questo tipico dell’epoca, ma in realtà erano forse dei bipedi facoltativi, cioè dei quadrupedi che erano comunque capaci di spostarsi su due gambe per brevi tratti. Gli adrosauri che appaiono sono Gryposaurus, Parasaurolophus, Corythosaurus e infine Edmontosaurus (che all’epoca si chiamava Trachodon).

Illustrazione di Davide Bonadonna
Illustrazione di PaleoHistoric su DeviantArt

Parasaurolophus viene mostrato con una vela che collega la fine della cresta alla base del collo, un’idea già poco diffusa in passato e che ormai è considerata inaccurata da molto tempo.

Illustrazione di Gabriel Ugueto

Per quanto riguarda Edmontosaurus, come per i sauropodi vengono mostrati mentre mangiano piante acquatiche, ma anche loro in realtà avevano abitudini terrestri.

Illustrazione di Natee Puttapipat (nello specifico E. regalis, della quale è nota la presenza di una cresta, mentre non si sa se era presente anche nell’altra specie conosciuta, E. annectens)

Tra i vari dinosauri appaiono anche dei volti meno conosciuti, infatti in una breve scena compaiono dei Plateosauri che scavano nel terreno. All’epoca lui e i suoi parenti venivano chiamati Prosauropodi. Oggi però vengono chiamati Sauropodomorfi non sauropodi. Assieme a loro compare un piccolo animale quadrupede che nonostante a parer mio somigli vagamente a uno strano Protoceratops è in realtà il dicinodonte Kannemeyeria, quindi non un dinosauro ma un altro sinapside non mammaliano, nonchè un altro parente dei mammiferi, che nella realtà era ben più grande e diverso.

Illustrazione di Gabriel Ugueto

Per pochissimo, appaiono anche Chasmosaurus e Psittacosaurus. Chasmosaurus era un altro ceratopside vissuto in Nord America nel Cretaceo imparentato con Triceratops, anche se più piccolo e con corna molto più corte. Mentre Psittacosaurus era un parente dei ceratopsidi vissuto in Asia. Grazie a svariati fossili trovati nel corso degli anni, molti dei quali conservati in maniera incredibile, è uno dei dinosauri meglio conosciuti, del quale sappiamo perfino i colori.

Illustrazione di Gabriel Ugueto
Ricostruzione di Bob Nicholls
Link dell’articolo https://www.sci.news/paleontology/psittacosaurus-countershading-camouflage-04197.html

All’improvviso, la calma che c’era fino a quel momento viene interrotta dall’arrivo del re, Tyrannosaurus rex, che in cerca di una preda crea il panico tra tutti gli animali della zona, che pervasi dalla paura di diventare il suo prossimo pasto scappano in tutte le direzioni spesso inciampando gli uni sugli altri e calpestandosi a vicenda.

Per qualche secondo si vedono altri animali come Brachiosaurus (che curiosamente ha le narici al posto giusto, anche se il cranio aveva una forma differente e non aveva quella cresta).

Illustrazione di Gabriel Ugueto

Si intravede brevemente anche Hypsilophodon, un piccolo ornitopode la cui tassonomia è a dir poco confusionaria.

Illustrazione di Jack Wood

Per un attimo appare anche il rettile volante Dimorphodon macronyx, vissuto durante il Giurassico Inferiore in quello che oggi è il Regno Unito, con una testa che ricorda quella di un pappagallo, anche se in realtà non aveva un becco ed era pure provvisto di denti lunghi e sottili.

Illustrazione di Gabriel Ugueto

Nella fuga generale, uno Stegosaurus viene raggiunto dal T. rex che inizia ad attaccarlo mordendolo al collo. L’erbivoro cerca di difendersi colpendolo alla testa col suo Thagomizer (termine usato per indicare la coda provvista di quattro spine tipiche degli stegosauridi). La lotta non dura molto, e sotto gli sguardi degli altri dinosauri che sono riusciti a scappare e rifugiarsi tra gli alberi, lo Stegosaurus soccombe alle ferite inferte dal suo aggressore, che dopo un ruggito trionfale, procede a consumare il suo pasto (anche se i dinosauri non erano in grado di ruggire, rimane comunque una scena iconica). Lo Stegosauro in Fantasia è molto più grosso rispetto a come lo immaginiamo oggi, inoltre aveva un collo più lungo, le placche alternate (non in due file parallele) e le spine della coda in una posizione diversa.

Illustrazione di Gabriel Ugueto
“Circolare gente, non c’è niente da vedere qui”

Una delle caratteristiche più riconoscibili del T. rex e dei suoi parenti erano i due piccoli arti anteriori provvisti solamente di due dita. Il T. rex di Fantasia al contrario, ne possiede tre, perché all’epoca non si sapeva che aspetto avessero le sue braccia, dato che non erano ancora state trovate. Basandosi su quelle di altri grossi teropodi, si pensava che anche il T. rex ne avesse tre, ma col passare del tempo e nuovi esemplari ritrovati si scoprì poi la verità.

Illustrazione di Gabriel Ugueto

Dopo la battaglia, si passa a uno scenario completamente diverso. Un paesaggio arido e spoglio in balia della siccità, in cui vari dinosauri, dopo aver prosciugato le ultime pozze d’acqua presenti nella zona, iniziano a vagare senza meta alla ricerca di cibo e acqua. Alcuni Stegosaurus e sauropodi forse del genere Camarasaurus, rimangono bloccati in un’enorme pozza di fango, e diventano un facile bersaglio per dei Ceratosaurus opportunisti. Mentre altri dinosauri procedono con la migrazione sotto un sole cocente, alcuni di loro collassano per via del caldo e della mancanza di energie.

Illustrazione di Gabriel Ugueto
Illustrazione di Mario Lanzas

Ah sì e per pochissimo appaiono anche dei Camptosauri, degli ornitopodi di medie dimensioni vissuti nel Giurassico Superiore (il cui unico scopo nella vita, come mostrato in tante e forse troppe illustrazioni, è quello di diventare lo spuntino di Allosaurus).

Illustrazione di PaleoHistoric

Nell’ultima scena di questo segmento, tutto ciò che rimane dei dinosauri sono solo le loro orme e le loro ossa. All’improvviso, mentre nel cielo si sta verificando un’eclissi di sole, una serie di cataclismi iniziano ad avvenire tutti in una volta: terremoti, tsunami e tornado cominciano a trasformare e riplasmare il paesaggio, è la fine di un’era ma anche un nuovo inizio, nonché un’opportunità per animali che fino a quel momento hanno vissuto all’ombra dei grandi rettili ormai scomparsi.

Oggi sappiamo che l’estinzione dei dinosauri, avvenuta 66 milioni di anni fa, è stata causata da un asteroide con un diametro stimato di 10 km che si schiantò sulla penisola dello Yucatan, nel golfo del Messico. Nel 1940, quando uscì Fantasia, non si sapeva quasi nulla su come i dinosauri si fossero estinti, infatti all’epoca era pieno di teorie inverosimili o senza alcun senso. Le prime prove a sostegno della teoria dell’asteroide infatti, arrivarono solamente negli anni 70, quando venne scoperto proprio qui in Italia, a Gubbio, uno strato di iridio (un materiale molto raro sulla terra ma comune negli asteroidi) risalente a circa 66 milioni di anni fa, che separa due strati di rocce rispettivamente del Cretaceo Superiore e del Paleocene Inferiore, il cosiddetto limite K-Pg, in passato chiamato limite K-T. In seguito vennero poi fatte altre scoperte che provarono in modo inconfutabile la teoria dell’asteroide, come l’aver trovato un enorme cratere nel golfo del Messico, che guarda caso, risale anch’esso a 66 milioni di anni fa.

Illustrazione di Rudolf Hima
Link della fonte: https://www.researchgate.net/figure/Location-map-of-the-Gubbio-Cretaceous-Tertiary-GBKT-boundary-section-and_fig1_275038123

In conclusione, nonostante il poco successo ottenuto all’uscita, Fantasia è un prodotto veramente interessante e sottovalutato, diverso dai classici prodotti Disney, e La Sagra della Primavera, sebbene non fosse un documentario, fu una delle migliori sequenze in cui dinosauri vennero rappresentati in modo accurato in base alle conoscenze dell’epoca, e nonostante oggi non si possa più considerare attendibile, rimane comunque una pietra miliare nella storia dei “paleo media”.

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