Penso che molti appassionati di dinosauri abbiano conosciuto per la prima volta la “lucertola falce dalla forma di tartaruga” con lo speciale di “Walking With Dinosaurs” a lei dedicato. Anche se è indubbio che la sua popolarità tra il grande pubblico sia cresciuta esponenzialmente con “Jurassic World Dominion”. Molti dei collaboratori di questo sito, invece, si auspicarono che PNSO rilasciasse un Deinocheirus e un Therizinosaurus in seguito alla loro comparsata nella prima stagione di “Prehistoric Planet” e dopo pochi mesi ecco che il nostro desiderio è stato esaudito. Questo modello ricorda sotto parecchi aspetti la sua controparte documentaristica sia per la colorazione marroncina che per la distribuzione del piumaggio e la cosa non poteva non farci piacere.
Sulla confezione c’è poco da dire. Standard PNSO per la linea “Prehistoric Animal”. Scatola bianca in cartoncino con foto del dinosauro. Dentro i soliti blister in plastica trasparente che alloggiano il modello, la classico basetta trasparente, libretto e poster dedicato in questo caso a Therizinosaurus.
Per parlare di Qinge il Therizinosaurus va però fatta un’enorme premessa. Purtroppo i fossili di questo genere sono estremamente frammentari. Neanche a farlo apposta fino a pochi anni fa sia di lui che di Deinocheirus, il suo vicino gigante dalle mani altrettanto impressionanti, si avevano più che altro resti delle spaventose braccia e poco più. E mentre per Deinocheirus non mancavano esemplari di generi più o meno affini praticamente completi, per Therizinosaurus non siamo così fortunati. Senza contare che lo stesso Deinocheirus si è rivelato poi essere ben di più di una versione extra large dei suoi parenti più piccoli. Quindi qualsiasi ricostruzione attuale, per quanto convincente e radicata nella nostra mente potrebbe facilmente essere stravolta da nuove scoperte. Ma in fondo non è anche questo il bello della paleontologia?
Ufficialmente il modello è lungo 19,5 cm. Se si considera che dovrebbe essere un scala 1:35 i conti non tornano, visto che il dinosauro è stimato che superasse gli otto metri dalla punta del muso a quella della coda. Ma i terizinosauri erano animali aberranti per gli standard dei teropodi e si ritiene che avessero una postura più eretta, un pò come un uccello moderno. Quindi la lunghezza effettiva di Quinge non è quella dichiarata nel materiale promozionale. Per misurarla bisogna inclinare il modello in avanti per fare in modo che testa e coda formino grossomodo una linea orizzontale. Arriviamo così a più di 24 cm, e rientriamo perfettamente nella scala.
La posa è molto caratteristica e permette al modello di svettare falcimente tra gli altri grandi teropodi della stessa scala. Purtroppo il peso è mal distribuito. Il baricentro non è perfettamente nel mezzo della base di appoggio formata dai piedi ma leggermente spostato in avanti, forse a causa della mano sinistra. Quindi tende a deformare velocemente la plastica delle sottili dita dei piedi e in poco tempo Qinge cade. La basetta in dotazione è indispensabile.
L’anatomia rispecchia quella dei terizinosauridi. Purtroppo del genere Therizinosaurus sono noti solo il cinto pettorale con gli arti anteriori, alcune coste e gli arti inferiori dalle gambe a scendere fino ai piedi. Quindi su queste parti focalizzeremo la nostra attenzione.
I resti della gabbia toracica suggeriscono un torace a botte, ampio, tipico di un vegetariano che ha bisogno di spazio per alloggiare i visceri necessari alla digestione delle piante di cui si nutre. Ciò è stato riprodotto fedelmente, tant’è vero che il modello è largo quasi il doppio rispetto a quelli dei dinosauri carnivori di dimensioni simili della stessa ditta. Spalle e arti anteoriori sono massicci e le varie parti hanno le giuste proporzioni. Purtroppo in buona parte delle angolazioni non sono ben definti a causa delle piume che ricoprono il modello, ma guardando dal lato interno è possibile apprezzare l’ottimo lavoro fatto nella ricostruzione della muscolatura.
Gli artigli sono perfetti ed enormi. Non per niente sono i più grandi mai scoperti fino ad oggi in un animale terrestre. La forma rispecchia a pieno la controparte reale e distinguono Therizinosaurus da tutti gli altri membri della sua famiglia. Sono lunghi ed alti, ma compressi lateralmente, la curvatura è più accentuata all’estremità mentre la parte vicina all’attaccatura del dito è più dritta. L’ artiglio del primo dito è il più robusto ed incurvato, anche se leggermente più corto rispetto a quello del secondo. Il terzo è relativamente più esile. Le dita hanno grossi cuscinetti carnosi e anche questo è suggerito dai fossili, infatti lì l’ungueale (l’osso che forma l’artiglio) ha un tubercolo osseo ben sviluppato su cui si andava ad ancorare il tendine del muscolo flessore delle dita, ovvero il muscolo che fa piegare il dito. Il secondo dito della mano ha due falangi e anche questo possiamo confermarlo dalle ossa.
Gli arti posteriori sono corti e robusti così come si può appurare dai fossili. I piedi, per quanto meno appariscenti, sono caratteristici quanto le mani e anch’essi riprodotti egregiamente in Qinge. I terizinosauri a differenza degli altri teropodi poggiavano il peso su tutte e quattro le dita, compreso il primo che negli altri gruppi era ridotto ad uno sperone sollevato da terra. Inoltre le dita hanno la giusta lunghezza: primo e quarto più corti e secondo e terzo più lunghi. Anche le unghie vanno bene, strette e appuntite, a differenza della maggior parte dei dinosauri vegetariani.
Ottima la resa della altre parti. La coda è relativamente corta come negli altri terizinosauri affini e lo stesso dicasi per il collo che invece è molto allungato. La testa è basata su Erlikosaurus, un altro genere di terizinosauro più antico e dalle dimensioni decisamente più contenute. Purtroppo fino ad oggi il suo è l’unico cranio completo di un esemplare adulto di terizinosauride, quindi non c’è molta scelta. In ogni caso anche qui il lavoro è stato certosino, ogni dettaglio segue alla perfezione le indicazioni date dal fossile. Occhi e narici sono nella giusta posizione, mentre le orecchie sono coperte dalle piume. Aprendo la bocca dotata di becco è possibile vedere l’interno. Come al solito nei modelli PNSO sul palato ci sono le coane, ma ancor più sorprendenti sono i denti che per quanto piccolissimi sono stati scopliti come linee rialzate e colorate con una sfumatura di bianco all’interno della bocca. Inoltre tutta la porzione intraorale è stata trattata con una vernice lucida che esalta la normale umidità presente nelle mucose.
Per quanto riguarda il tegumento PNSO ha optato per il tipico piumaggio in stile ratiti, il gruppo di uccelli attuali che comprende struzzi, emù, ecc. Qinge è ricoperto dalla testa alla coda da piume filiformi più o meno lunghe a seconda della parte del corpo esaminata. Le uniche porzioni scoperte sono il becco, le estremità delle zampe posteriori e tutta la porzione ventrale del modello dove, poco prima della coda, è scolpita anche la cloaca. Anche la parte glabra ricorda moltissimo gli struzzi e la pelle è solcata da una fittissima trama di pieghe che le danno un espetto molto realistico. Le squame sono per lo più confinate ai piedi.
Le piume nei terizinosauridi non sono una novità, fanno parte dei maniraptori, il clade che include anche gli uccelli. Inoltre fino alla scoperta di Yutyrannus il più grande dinosauro noto in cui era accertata la presenza di piumaggio da resti fossili era Beipiaosaurus, un terizinosauride che però è molto più piccolo. Sarebbe lecito quindi ipotizzare un animale meno fittamente coperto se non glabro? Non è impossibile, ma al momento questa è l’immagine dell’animale che si è affermata e quasi nessuno pare lamentarsene. Personalmente ritengo entrambe le opzioni valide fino a prova contraria.
La colorazione è buona, come da standard per PNSO. Magari i toni del marrone non spiccano particolarmente, ma fanno il loro lavoro soprattutto su testa ed artigli. Gli occhi e la pupilla in particolare sono perfettamente centrati nonostante siano minuscoli.
Il giudizio finale è assolutamente favorevole. Il modello rispecchia perfettamente le conoscenze attuali di questo animale e tutte le sue caratteristiche bizzarre lo fanno subito spiccare in mezzo agli altri dinosauri. Dimensioni e finiture giustificano il prezzo che è nella media per un modello PNSO. Ovviamente non può trattarsi di un modello “definitivo” vista la frammentarietà del genere rappresentato, nuove scoperte potrebbero stravolgere l’anatomia di Therizinosaurus così com’ è accaduto per Deinocheirus e come continua ad accadere a Spinosaurus. Ma fino ad allora penso che non si possa trovare di meglio.